La scelta di un sito è un tassello decisivo nell’avvio di sviluppo di un progetto di impianti fotovoltaici a terra.

Percorriamo insieme tutte le fasi del Project Development e scopriamo da vicino cosa succede dalla selezione del sito, alle analisi tecniche, agli iter autorizzativi e infine alla fase di realizzazione.

1. La selezione del sito

La scelta del sito in cui investire è uno dei primi passaggi fondamentali che determinerà, in base alla sua esposizione, alla morfologia del terreno e alla distanza da una cabina di tensione elettrica, la futura producibilità dell’impianto.

Quali sono a grandi linee le caratteristiche che vengono ricercate?

Sulla base della domanda di mercato attuale le estensioni maggiormente ricercate nella categoria agricola sono quelle a partire da almeno 1 ettaro localizzate in quelle che vengono definite “Aree idonee” dall’emanazione del d.lgs. 199/2021 per essere:

  • nel raggio di 500 m da una zona industriale
  • nel raggio di 300 m dalla rete autostradale
  • interne agli impianti industriali. 

Fanno eccezione i terreni agricoli che non ricadono in area idonea o che per ragioni vincolistiche non possono seguire una procedura semplificata (PAS) ma una procedura autorizzativa regionale (Autorizzazione Unica): in questo caso la superficie minima richiesta è più ampia e indicativamente a partire dai 10 ettari.

2. Le analisi tecniche

Una volta individuato il sito è necessario svolgere delle accurate analisi tecniche.

Gli aspetti principali di cui si deve tener conto durante uno studio di fattibilità sono la pendenza del terreno e la sua esposizione, la morfologia della superficie e il suo andamento (regolare o irregolare), la distanza da una cabina di tensione elettrica (preferibilmente non superiore ai 5 km), l’assenza di vincoli paesaggistici (come ad esempio aree di parchi naturali, siti unesco, aree naturali protette, zone di protezione speciale, siti di interesse comunitario, aree archeologiche ecc) e la definizione dell’area utile al netto di vincoli e fasce di rispetto date dalla possibile presenza di un fiume o lago, dalla distanza dalla costa, dalla presenza di un’autostrada, una ferrovia o un traliccio di tensione.

3. Il contratto preliminare

Se le analisi tecniche danno un feedback positivo, il primo passo per concretizzare l’avvio di un eventuale progetto è la stipula di un contratto tra la società e il proprietario del terreno. Abbiamo già visto che nel caso dell’affitto di un terreno, agricolo o industriale, per l'installazione di impianti fotovoltaici a terra, il rapporto è regolamentato da un contratto per la cessione di diritto di superficie.

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Il contratto preliminare altro non è che una sorta di promessa da parte della società di acquistare un diritto di superficie sul terreno solo ed esclusivamente all’avveramento di determinate condizioni che permettono di procedere con la costruzione e la messa in esercizio dell'Impianto Fotovoltaico installato a terra.

Quali sono queste condizioni senza il cui avveramento non potrà prendere avvio lo sviluppo?

Sicuramente una buona base di partenza è l’esito positivo di tutte le analisi tecniche e un Certificato di Destinazione Urbanistica (CDU) che offra un quadro completo e attuale della destinazione d’uso del terreno e del suo inquadramento con i PPR (Piani Paesaggistici Regionali) vigenti - se vuoi scoprire di più sul CDU clicca qui.

A questo è da aggiungere l'accettazione del preventivo di connessione ricevuto da ENEL o TERNA e l’ottenimento da parte della società della delibera di finanziamento di un istituto di credito o di un altro soggetto finanziatore.

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4. Domanda di connessione (TICA)

Dopo aver firmato il contratto preliminare o il contratto di opzione con l’azienda, il primo step autorizzativo è la domanda di connessione all'operatore di rete (E-Distribuzione o TERNA) per il rilascio della STMG (Soluzione Tecnica Minima Generale), che è il vero e proprio preventivo per l'allaccio e permette di valutare l'investimento dell'impianto fotovoltaico a terra, poiché fornisce la cifra preventivata al fine di riservarsi la disponibilità della linea elettrica più vicina. Tale documento espleta dettagliatamente come procedere per la connessione e quali sono le condizioni tecnico economiche per la connessione alla rete degli impianti di produzione di energia elettrica.

La STMD (Soluzione di Dettaglio) è elaborata dal distributore solo dopo l'ottenimento del titolo autorizzativo (Autorizzazione Unica, nella maggior parte dei casi), e quindi molto più avanti nel processo di sviluppo del progetto.


5. Autorizzazione Unica Ambientale (AUA)

Se l’azienda di sviluppo o il fondo accetta il preventivo di connessione ricevuto da ENEL o TERNA, successivamente si procede con la fase autorizzativa. Quest’ultima cambia in base alle dimensioni del terreno e al quadro vincolistico dell’area e può essere: 

  • PAS (Procedura Abilitativa Semplificata): si tratta di un procedimento semplificato, disciplinato dall’art. 6 del D.Lgs. 28/2011, e finalizzato a rendere più semplice e veloce la realizzazione di impianti fotovoltaici a terra fino a una potenza massima di 10 MW - secondo la nuova normativa nazionale delle aree idonee ex lege d.lgs. 199/2021. La potenza massima è innalzata a 20 MW nei casi di impianti agrovoltaici in aree entro 3 km da zone produttive; 
  • L’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA): si tratta di provvedimento autorizzativo ambientale, rilasciato dallo Sportello Unico per le Attività Produttive (SUAP) e viene rilasciata dopo 180 gg + 120 gg per il ricorso. Questo procedimento si applica su tutti quei progetti che non possono seguire per caratteristiche intrinseche una procedura semplificata e ad oggi è ancora un iter abbastanza farraginoso e si aggira intorno ai 360 gg solo per la parte di competenza della pubblica amministrazione. A questi si aggiungono poi i tempi di risposta ad eventuali richieste di integrazione.

Una volta superate le tempistiche di ricorso, il titolo autorizzativo che sia in PAS o in AU diviene effettivo e può prendere avvio la fase di realizzazione dell'impianto fotovoltaico.

6. Fase di realizzazione

Ottenute tutte le autorizzazioni si dà il via alla fase di realizzazione. In base al tipo di pendenza e a tutti i parametri analizzati del tuo terreno, sarà possibile installare un impianto tracker, che funziona tramite un dispositivo meccanico che massimizza l’efficienza del dispositivo con una rotazione automatica legata all’esposizione solare; oppure, in relazione alla pendenza se superiore al 10% , si può optare per un impianto su supporto fisso.

Ma chi si occupa della realizzazione?

I casi possono essere principalmente due:

  • La stessa società che ha firmato l’accordo con il proprietario e che segue l’iter dalla fase embrionale fino allo sviluppo del progetto;
  • Un’azienda esterna: la società che si è occupata di portare ad autorizzazione l’impianto per un determinato sito, prima dello sviluppo rivende il progetto “ready to build” a eventuali società esterne interessate alla costruzione e gestione di centrali elettriche fotovoltaiche.

7. Fase di connessione

L’allacciamento di un impianto fotovoltaico alla rete elettrica viene effettuato direttamente dal gestore di rete. Una volta allacciato l’impianto a pannelli solari, la centrale fotovoltaica sarà operativa a tutti gli effetti e inizierà a produrre energia, che verrà poi rivenduta sul mercato libero oppure attraverso contratti privati di compravendita dell'energia elettrica con aziende energivore in zona.

8. Fase di manutenzione

Durante la vita di un impianto fotovoltaico (solitamente si stima 30 / 40 anni), l’impianto sarà sempre sotto cura costante: annualmente è effettuata la manutenzione e/o eventuali sostituzioni tecniche, unitamente alla manutenzione del terreno.

In merito a quest’ultima, qualora vi fosse da parte del proprietario l’interesse nel partecipare alla manutenzione del proprio terreno, la società può valutare - se sussistono le condizioni - di affidargli delle attività di manutenzione del sito adeguatamente remunerate.

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